Che specie è mai questa?

FAQ

In questa pagina trovate le nostre risposte alle domande più frequenti che riceviamo.

Se non trovi la risposta alla tua domanda non esitare a scriverci per avere una risposta. Se lo riterremo utile anche agli altri, pubblicheremo in seguito la risposta su questa pagina.

Dove trovo semi per il mio prato fiorito?

Vi sono vari modi per reperire semi per prati fioriti. Eccone alcuni.

  • Acquistare delle sementi locali. Vi sono però poche ditte che offrono semi locali e non è sempre facile trovare i semi giusti. Al momento consiglieremmo di chiedere a fioriselvatici.ch Hanno un'ottima conoscenza di questo tema.
  • Utilizzare del fiorume di fieno. In alternativa si può chiedere ad un contadino se si può raccogliere un po’ del materiale che resta dopo aver scaricato un carro di fieno. Oggi questo non è più così facile da reperire perché molti fanno le balle di fieno e non resta molto di questo fiorume. Quello che è importante è recuperare quello che resta dal fieno fatto su un prato fiorito nelle vicinanze del prato che si vuole seminare così da avere specie che sono verosimilmente più vicine al tipo ottimale per il prato.
  • Raccogliere dei semi nelle tue vicinanze. Se ti piace fare passeggiate puoi raccogliere dei semi da quei fiori che ti piacciono e che trovi attorno a casa tua. Puoi fare un giro quando i prati sono fioriti e tornare a prendere i semi quando questi sono maturi. Se non riesci a farlo prima che falciano, puoi prendere il fiore con il gambo e provare a tenerlo in vaso fino a maturazione dei frutti. Attenzione, alcune specie sono protette o rare per cui è importante sapere cosa si può raccogliere e cosa non si può. Inoltre si deve prestare attenzione a raccogliere specie di prato e non di altri ambienti perché potrebbero non crescere.
Raccolta di piante selvatiche: quali sono le regole?

Il Regolamento della legge cantonale sulla protezione della natura (RLCN) del 2013 regola la raccolta delle piante selvatiche. In particolare cita:

"Art. 20
1. La raccolta di qualsiasi specie di piante, fiori e licheni che crescono allo stato selvatico, non protette ai sensi dell’art. 19, è limitata alla quantità che ognuno può tenere nella mano.
2. Per la raccolta di quantitativi superiori, indipendentemente dallo scopo (commercio, studio), dev’essere chiesto il permesso all’UNP.”

Questo articolo lascia un certo margine d’interpretazione su quale sia il quantitativo che ci può stare in una mano ma resta comunque sufficientemente chiaro. Per le specie protette vi è però una protezione supplementare (articolo 19) che ne vieta la raccolta. Le specie protette sono elencate negli allegati dell’Ordinanza e del Regolamento. Per loro la protezione è totale.

Nelle zone nucleo delle riserve naturali, l’accesso, salvo per motivi di tutela o scientifici (con autorizzazione UNP), e la raccolta di ogni specie vegetale o fungina sono vietati.

Alcune specie poco interessanti da raccogliere e non indicate nella lista del regolamento, possono essere rare o minacciate. Esse sono elencate nella Lista Rossa e non vanno raccolte per ovvi motivi.

Riassumendo: le specie protette non possono essere raccolte, per le altre solo il quantitativo che ci sta in una mano e raccolte al di fuori delle zone protette.

Ho visto un colibrì: è possibile?

La bestia in questione probabilmente è una sfinge del galio, sfinge colibrì o macroglosso (Macroglossum stellatarum). Si tratta non di un uccello ma bensì di una farfalla della famiglia delle sfingidi. Di solito sono farfalle notturne a parte qualche caso come appunto il macroglosso.
Questa bellissima farfalla ha una lingua (spirotromba) molto lunga (da cui il nome) e succhia il nettare facendo il volo stazionario davanti ai fiori.
Tra le varie particolarità si può anche sottolineare che è una farfalla che può compiere delle migrazioni di oltre mille chilometri dal Nordafrica fino in Europa!
Tra i suoi fiori preferiti si annoverano quelli con una corolla molto profonda dove solo pochi insetti riescono a raggiungere il nettare.

Formicheee!!!

Sul tema delle formiche abbiamo una pagina apposita dedicata proprio alle domande su questi fantastici insetti.

Visita la pagina dedicata alle formiche.

Da diversi anni vedo nel mio giardino delle grandi locuste: cosa devo fare?

Si tratta probabilmente della locusta egiziana (Anacridium aegyptium) è una specie arrivata solo da pochi anni nella nostra regione. È naturalmente presente nell'area mediterranea.

Il riscaldamento climatico è chiaramente il motivo principale della sua espansione anche nel nostro cantone.

È una specie solitaria e non sembra per ora creare problemi all’uomo o all’ecosistema. Tra tutte le nuove specie per il nostro territorio, malgrado la sua taglia, non sembra per ora un problema.

l consiglio è quello di lasciar fare il suo corso a questa nuova locusta. Se però si notano dei problemi val la pena segnalalo a noi o al Museo cantonale di storia naturale.

Ho un nido di calabroni. Cosa devo fare?

I calabroni appartengono al gruppo delle vespe. Ad eccezione di quelli asiatici arrivati di recente, fanno parte del nostro ecosistema e sono quindi un elemento importante della biodiversità. Si tratta di animali che si nutrono di frutta ma anche di altri insetti per cui svolgono un compito importante nel controllare altre specie di insetti, alcune anche dannose.

Un nido va tolto? Se non vi è un pericolo per la sicurezza delle persone (allergia o posizione problematica) il nido può essere lasciato senza gravi problemi e a vantaggio della biodiversità. I calabroni non sono aggressivi se non vengono disturbati o se non ci si avvicina al nido. Per questo in genere la convivenza è possibile.

Se invece bisogna togliere il nido per ragioni di sicurezza o perché si devono fare dei lavori si consiglia di attendere ottobre quando l’attività dovrebbe essere terminata o molto più limitata. In questo modo non si danneggia la popolazione. In autunno infatti i nidi cominciano a rilasciare femmine (regine) e maschi che si accoppiano. Le operaie invece muoiono e i nidi vengono poi abbandonati. Difficilmente una regina torna nello stesso posto per iniziare una nuova colonia. In ottobre si può controllare l’attività del nido e se non si vedono più calabroni si può asportare senza troppi problemi (chi lavora sui tetti probabilmente ha già esperienza in merito).

Se si deve rimuoverlo in un periodo di forte attività si consiglia di chiedere a degli apicoltori o altrimenti ai pompieri che però sono a pagamento.

Noi chiaramente sosteniamo l’opzione di attendere la fine stagione così da non compromettere la vita di questi insetti.

Maggiori informazioni sono disponibili sul sito dell'Ufficio federale dell'ambiente.

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