Poligono del Giappone lungo un corso d'acqua Andrea Persico
Crisi della biodiversità

Le neofite

Gli intensi scambi di merci e la facilità di spostamento intercontinentale delle persone favoriscono la migrazione rapida di piante, animali e altri organismi che possono così insediarsi e colonizzare nuovi territori.

Questi organismi, detti neobiota, comprendono neofite (piante), neozoi (animali) e neomicota (funghi). Molte di queste specie causano grossi problemi a livello ecologico, agricolo e sanitario. La biodiversità, in particolare negli ambienti naturali quali prati secchi, foreste o golene, subisce una forte pressione a causa della loro presenza. Conoscerne bene le caratteristiche è indispensabile per una corretta gestione dei rischi.

Per queste ragioni Pro Natura è attiva, in collaborazione con i competenti uffici cantonali, nella lotta alle neofite all'interno e all'esterno delle proprie riserve naturali tramite progetti, informazione al pubblico o azioni concrete con volontari.

Neofite: le alternative esistono

Molte neofite sono arrivate da noi come piante da giardino per la loro bellezza o facilità di coltivazione. Esistono però specie autoctone altrettanto belle che possono essere usate in alternativa a quelle esotiche. Nel pieghevole scaricabile qui sotto troverete molte valide proposte.

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copertina pieghevole sulle neofite Pro Natura

 

Ricordiamo che dal 1° settembre 2024 entra in vigore la nuova Ordinanza sull'emissione deliberata nell'ambiente (OEDA) che vieta, tra le altre cose, l'uso di piante invasive (della Lista Nera). L'utilizzo di specie alternative diventa quindi obbligatorio e il consiglio è quello di usare specie autoctone che forniscono non solo bei fiori ma anche nettare e nutrimento per molti insetti. Ad esempio il ligustro (Ligustrum vulgare) invece delle siepi di lauroceraso (Prunus laurocerasus) che sarebbe comunque opportuno sostituire con un miscuglio di specie diverse tra cui l'olivello spinoso (Hippophae rhamnoides), il nespolo comune (Mespilus germanica), il corniolo maschio (Cornus mas), il ribes rosso (Ribes rubrum) o i viburni (Viburnum tinus o V. lantana).

Attenzione anche alle more: il rovo d'Armenia (Rubus armeniacus) e il lampone giapponese (Rubus phoeniculasius) possono essere sostituiti da varietà di lamponi o more autoctone che offrono un'ottima produzione di deliziosi frutti.

Per chi non volesse rinunciare a specie esotiche, possiamo proporre una sintesi dei consigli del botanico Guido Maspoli. Eccoli:

  • il lillà (Syringa vulgaris o S. x prestoniane) al posto dell'albero delle farfalle (Buddleja davidii);
  • il fico rampicante (Ficus pumila) invece della vite del Canadà (Parthenocissus quinquefolia e P. inserta);
  • la fargesia (Fargesia scabrida) invece del bambù (Phyllostachys o Pseudosasa);
  • il banano (Musa sp.), la giucca filamentosa (Yucca glauca) o la cordilinea (Cordilinea australis) invece della palma (Trachycarpus fortunei).